Recentemente il Consiglio d’ambito dell’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti ha deliberato un Accordo quadro con l’Università di Parma per una collaborazione scientifica fra i due soggetti, della durata di 3 anni, per lo svolgimento di attività di ricerca e approfondimento sul servizio idrico e rifiuti, anche per poter mettere a disposizione dei decisori tutti gli strumenti e le conoscenze utili a fare le scelte più consapevoli in vista del prossimo affidamento del servizio idrico integrato che interesserà il territorio Parmense.
In termini generali le due istituzioni collaboreranno, attraverso l’integrazione delle rispettive competenze e prospettive, per realizzare:
- ricerca scientifica;
- acquisizione e scambio reciproco di dati ed informazioni;
- eventuale organizzazione di seminari di studio, convegni di aggiornamento finalizzati all’illustrazione e diffusione dei risultati della ricerca;
- pubblicazioni scientifiche volte a divulgare i risultati ottenuti dall’attività di collaborazione;
- produzione di studi, analisi, report;
- analisi puntuale di specifici segmenti del ciclo integrato dei servizi pubblici locali regolati che dovessero risultare necessari nell’ambito dell’attività di monitoraggio e controllo delle gestioni affidate.
Questa specifica collaborazione con l’Università di Parma - che coinvolge anche l’Università di Modena e Reggio Emilia per lo studio degli aspetti di carattere economico-finanziario, patrimoniale e regolatorio, mentre sarà incardinata sull’Ateneo cittadino per tutti gli altri fondamentali aspetti della sostenibilità ambientale, della qualità tecnica, della strategia sulla risorsa idrica - si propone di valutare in maniera approfondita la gestione del servizio idrico integrato nella provincia di Parma nella prospettiva dell’affidamento che ATERSIR, soggetto competente, in stretto raccordo con i Comuni, dovrà realizzare nei prossimi anni.
L’assessore del Comune di Parma Gianluca Borghi, coordinatore del Consiglio Locale e il sindaco Aldo Spina, consigliere d’ambito dell’Agenzia, hanno sottolineato come “la prossima assegnazione del servizio idrico nell’intera provincia di Parma costituisce uno step importante per esercitare appieno il ruolo pubblico di scelta, di definizione delle strategie, di attuazione della sostenibilità che deve essere ambientale, ma anche economica e sociale, in una cornice che oggi, dopo oltre un decennio di regolazione da parte dell’Autorità nazionale ARERA si va consolidando e consente ai Comuni di concentrare la propria azione sugli aspetti davvero strategici, lasciando a imprese industriali e al sistema della regolazione nazionale e regionale svolgere la funzione di gestione e di copertura dei costi efficienti. Dentro questa sfida c’è una complessità rispetto alla quale le collaborazioni con le istituzioni della ricerca può fornire chiavi di lettura e di interpretazione molto importanti. Per questo abbiamo chiesto ad ATERSIR di muoversi nella direzione della collaborazione con le Università di Parma e della regione”.
ATERSIR prosegue così nel suo percorso di miglioramento continuo delle competenze e delle abilità dei propri dipendenti e collaboratori nelle funzioni di organizzazione, affidamento e controllo che la legge le affida per questi servizi, fondamentali per l’ambiente, per il territorio e le comunità insediate. Per questo fine l’Agenzia ha da sempre promosso collaborazioni stabili e durature con gli Atenei della nostra regione, come testimoniano le collaborazioni già attive con l’Università di Bologna, con la Scuola di Specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica (SPISA) della stessa Università di Bologna, con il Politecnico di Milano, con l’Università degli Studi di Modena, con l’Università Cattolica di Piacenza, con quella di Ferrara.
L’aspettativa relativa a questo nuovo accordo è quella di completare ed arricchire il quadro delle collaborazioni scientifico-accademiche, assumendo da ogni Ateneo del territorio competenze e specializzazioni e implementando la rete di relazioni necessaria a formare i tecnici della “regolazione” di domani. In questo modo è possibile formare risorse umane esperte in attività intersettoriali nuove di cui la Pubblica Amministrazione ha bisogno e che oggi recluta con molta difficoltà.