Nei giorni scorsi l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale ISPRA ha pubblicato il Rapporto Rifiuti Urbani 2025, uno strumento di conoscenza e analisi fondamentale per chi si occupa di rifiuti ed economia circolare, dalla produzione, alla raccolta, al riciclaggio e recupero dei rifiuti sia urbani che speciali.
Dal punto di vista delle politiche pubbliche, particolare attenzione va alla estesa e completa trattazione del tema della gestione dei rifiuti urbani e nello specifico al dato della percentuale di rifiuti differenziati 2024 che vede la regione Emilia-Romagna raggiungere il livello più alto del paese con il 78,9%, seguita dal Veneto con 78,2% e Sardegna con 76,6%. Primato che si replica con le città con più di 200.000 abitanti residenti dove Bologna con il 72,8% risulta quella con la migliore performance, seguita da Padova e Venezia.
La regolazione del servizio a scala territoriale, fatta in Emilia-Romagna da ATERSIR che ha affidato i servizi con gara, fissato gli obiettivi per i gestori e definito le tariffe e gli investimenti del servizio rifiuti, ha senza dubbio avuto un ruolo importante per il conseguimento di questi eccellenti risultati. Come ha riconosciuto recentemente, con la consueta attenzione agli enti tecnici, la Regione Emilia-Romagna considerando “fondamentale il ruolo della regolazione, che ha consentito di coprire quasi tutti i territori provinciali con contratti di lungo periodo: sono infatti 12 su 19 i bacini gestionali con affidamenti completati al 2024, tutti assegnati a operatori qualificati e con obiettivi ambientali coerenti con il PRRB 2022-2027.”
Il Direttore di ATERSIR Vito Belladonna commenta: “La soddisfazione è sicuramente grande come la consapevolezza di aver dato come ATERSIR un contributo importante, di essere uno dei tasselli di un “sistema” incardinato sui soggetti che fanno norme ambientali – Regione – e regolatorie – ARERA – e sui gestori industriali del nostro territorio che sono la colonna portante dei servizi. Sappiamo tuttavia che non si può dormire sugli allori. Restano ampie aree di miglioramento e di lavoro: la qualità della raccolta differenziata per migliorare la resa di trasformazione di questi rifiuti in prodotti ed energia, che è il vero obiettivo dello sforzo che facciamo nel raccogliere in maniera separata; il decoro delle città che non può essere sacrificato in nome della differenziata ma deve anzi migliorare. Un patto di fiducia coi cittadini ingaggiandoli sempre di più, convinti della sfida dell’economia circolare, riuscendo inoltre a migliorare l’informazione nei loro confronti e riconoscendo, anche in termini economici, la loro adesione a questo patto che per quanto riguarda i rifiuti ha come obiettivo produrne di meno in primis, separare meglio in modo da riciclare e recuperare sempre di più, riducendo al minimo – ed è possibile farlo – quelli che restano i rifiuti indifferenziati da portare nei nostri impianti di termovalorizzazione o di discarica. E’ un sacrificio minimo che facciamo per contribuire al futuro nostro e dei nostri figli”.
Ultimo aggiornamento
16/12/2025, 11:27